Il suono del silenzio
2011 | Lucca
“Se si pensa che il silenzio possa avere un suono, e sicuramente lo ha, di certo in quelle notti a Lucca sarebbe stato percepibile…”
“The sound of silence”, questo il titolo originale preso in prestito dal brano di Paul Simon & Art Garfunkel, descrive una notte toscana, immaginando una passeggiata per le vie di Lucca, attraverso gli occhi di uno straniero avvolto nella sua solitudine.
Riflessione, introspezione e tranquillità nella serena solitudine della routine di quelle strade avvolte da suoni morbidi, leggeri, lenti, smorzati, quasi immersi nel suono del silenzio, in un raccoglimento interiore dei protagonisti e della città tutta.
In effetti è un lavoro aperto, sviluppato concatenando eventi su eventi, silenzi su silenzi, emozioni su emozioni e che utilizza un linguaggio fotografico duttile e strumentale alla restituzione di sensazioni, intrise di una qualche eco leopardiana o di una qualche rima montaliana. O più semplicemente è il diario di viaggio che descrive le sensazioni del suo cronista alla ricerca di se stesso, attento alle emozioni che la Città trasmette a lui durante la notte musa.
“If you think that silence can have a sound, and it certainly does, certainly in those nights in Lucca it would have been perceptible …”
“The sound of silence”, this is the original title borrowed from the piece by Paul Simon & Art Garfunkel, describes a Tuscan night, imagining a stroll through the streets of Lucca, through the eyes of a stranger wrapped in his solitude.
Reflection, introspection and tranquility in the serene solitude of the routine of those streets surrounded by soft, light, slow, muffled sounds, almost immersed in the sound of silence, in an inner concentration of the protagonists and of the city as a whole.
In fact it is an open work, developed by concatenating events on events, silences on silences, emotions on emotions and which uses a flexible and instrumental photographic language to return sensations, imbued with some Leopardian echo or some Montalian rhyme. Or more simply, it is the travel diary that describes the feelings of his reporter in search of himself, attentive to the emotions that the City transmits to him during the night muse.